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Relazione di Gianluigi Quaglio all’Assemblea del Distretto 207
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Modena, 23-24 Giugno 1979
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Cari Amici,
tra pochi giorni inizieremo il nostro cammino rotariano
che percorreremo assieme, sino al 30 Giugno 1980. Un
lungo anno per l’impegno personale, ma troppo breve per
i compiti che ci attendono. Ma quali sono questi
compiti? La risposta è nelle frasi che delineano le
finalità del Rotary e che in varia forma sono state
enunciate dai Presidenti Internazionali che si sono
susseguiti nel corso degli anni, e che forse molti
rotariani considerano un po’ retoriche e pochi hanno
compreso nella loro profondità. “Anzitutto servire”
“Servire al di sopra del nostro interesse” “Promuovere
la comprensione internazionale” “Andare verso gli altri”
sono parole che possono apparire irreali, fuori tempo,
in un mondo in cui l’odio, la sopraffazione e l’inganno
sembrano prevalere. Ma chi ha avuto l’avventura di
vivere, come me, le indimenticabili giornate
dell’assemblea rotariana internazionale di Boca Raton,
ne comprende tutta l'attualità e la forza di
penetrazione.
Centinaia di rotariani provenienti da 49 paesi del
mondo, molti fra loro diversi per razza, per educazione,
per credo religioso e politico che, non potendo
comunicare con la parola per la diversità delle lingue,
si comprendevano ugualmente, come fra amici di sempre,
con la voce del cuore, espressa da una stretta di mano,
uno sguardo caldo di amicizia, un cenno della testa, non
sono forse la dimostrazione più valida della realtà del
credo rotariano ?
Pensate: 378 uomini, preminenti nelle loro professioni,
che hanno lasciato le loro case ed il loro lavoro per
“apprendere” con umiltà e ritornare poi nei loro paesi
per dedicare quasi completamente un anno della loro vita
al “servire” rotariano.
Nel nostro anno di lavoro si festeggeranno i 75 anni di
attività del Rotary. Se esaminiamo il cammino percorso e
le realizzazioni compiute in questi anni, non possiamo
non trarre forza, fiducia ed entusiasmo per l’avvenire
che ci sta di fronte, anche se i compiti parrebbero per
noi smisurati.
Bernard Shaw affermava in “Uomini e Superuomini”:
“L’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, l’uomo
privo di senno insiste nel voler adattare il mondo a se
stesso. Conclusione: Tutti i progressi realizzati si
devono agli uomini insensati”.
Quando abbiamo iniziato a costruire la nostra vita, le
mete in seguito raggiunte potevano apparire ad un uomo
ragionevole irreali, come potrebbe sembrarlo la nostra
pretesa di migliorare il mondo, se per questo non
facessimo affidamento sulla intelligenza, sulla
immaginazione e sulle capacità creative che gli amici
rotariani hanno tanto eloquentemente dimostrato di
possedere con le loro realizzazioni personali.
Prioritari saranno per noi in quest’anno i compiti che
il Presidente del Rotary Internazionale James L. Bomar
ci ha indicati nel suo messaggio. Egli, ribadendo
l’aspetto “internazionale” del Rotary, ci invita a dare
il massimo spazio a tutte quelle azioni che favoriscono
la comprensione internazionale e la pace fra i popoli.
Ci indica, al riguardo, lo scambio di studenti, di
insegnanti e di uomini di affari di paesi diversi, come
uno dei mezzi più efficaci, realizzabili attraverso il
potenziamento della Rotary Foundation. A tal fine invita
ogni Club del mondo ad offrire due Paul Harris Fellow,
uno ad un rotariano e l’altro ad un non rotariano della
propria località.
Il Presidente ancora ci raccomanda di:
- accogliere con entusiasmo il programma 3H: la salute,
la fame e l’uomo, realizzando al 100% nel Distretto, il
programma fissato sino al 1° Luglio 1980;
- sviluppare le attività che il Rotary Internazionale
prevede in favore della gioventù quali: scambi di
giovani, borse di studio, Rotaract – Interact, Ryla,
lotta contro la droga. Che ogni Club intraprenda, in
occasione del 75° anniversario, almeno una iniziativa a
favore della gioventù. Ricordiamo che la gioventù è il
futuro del mondo e che ogni progresso si compie con i
giovani e per i giovani;
- espandere il Rotary e sviluppare gli effettivi. I
bisogni dell’umanità sono infiniti ed immensi. Dobbiamo
cercare di unire a noi quanti più rotariani potenziali
ci sarà possibile. Ricordiamo che le idee camminano con
le gambe degli uomini. L’obiettivo minimo che il
Presidente Bomar ci fissa in questo campo, per il 1980,
è di costituire almeno un nuovo Club nel Distretto e di
aumentare del 2% il numero degli effettivi. A ciascun
rotariano raccomanda di migliorare la propria assiduità,
di accrescere l’impegno e la partecipazione nelle
attività rotariane e di proporre al Club un nuovo socio;
ad ogni Club di promuovere un’azione particolare per il
75° anniversario, di offrire ospitalità per una
settimana ad un rotariano di un altro Paese, di far
partecipare almeno un socio al Congresso del 1980 a
Chicago.
A questi obiettivi, indicati come minimi dal presidente
Bomar, si aggiungono quelli Distrettuali e quelli che
ogni Club intenderà realizzare, in piena autonomia, ma
nel rispetto delle norme previste dal Manuale di
Procedura del Rotary Internazionale.
Per quanto riguarda il Distretto, basandomi sulla mia
esperienza personale, giudico di primaria importanza
colmare le carenze dell’informazione. Come ebbi già a
dire altre volte, ho cominciato a conoscere e ad
apprezzare il Rotary solo quando ho assunto la
presidenza del mio Club ed ora posso aggiungere che ne
ho veramente compresa l’idealità e la forza di
attrazione solo pochi giorni orsono all’Assemblea
Internazionale di Boca Raton.
A mio avviso dunque ciò che manca nei nostri Club è la
conoscenza del Rotary, dei suoi scopi e persino delle
sue realizzazioni. Dovremo indirizzare con urgenza i
nostri sforzi per colmare questa gravissima lacuna, che
ritengo sia la principale causa dell’indifferenza che
accusiamo nei nostri Club e della nostra scarsa
incidenza sull’opinione pubblica.
Non è possibile provare entusiasmo per un’idea che non
si conosce, come non si può pretendere di essere
apprezzati quando l’immagine prevalente che gli altri
hanno di noi è quella di “commensali”.
Sarebbe profondamente ingiusto accomunare tutti i
Rotariani del Distretto in questa accusa, ma dobbiamo
confessare che spesso iniziative di altissimo valore
sociale, intraprese da un Club, sono ignote non solo ai
non rotariani, ma anche agli amici degli altri Club del
Distretto.
E’ dunque urgente far conoscere il Rotary ai rotariani
ed alla società tutta, rendendo permanente ed efficiente
l’informazione rotariana all’interno ed all’esterno dei
Club.
Vedremo assieme, nelle discussioni plenarie ed in quelle
dei gruppi, i mezzi per concretizzare questo obiettivo
prioritario.
E’ davanti agli occhi di tutti il momento drammatico che
attraversa l’umanità ed il nostro paese in particolare.
Mai ideologie mistificanti hanno trovato tanto credito e
diffusione attraverso la progressiva demolizione dei
principi morali tradizionali, come ai nostri giorni.
Se analizziamo con obiettività quanto sta accadendo,
dobbiamo riconoscere che non poche sono le nostre
responsabilità. Troppi di noi si sono rifugiati nel
privato, ritenendo che il nostro dovere si identificasse
con l’attività personale ed i confini del mondo fossero
delimitati dalle mura della nostra casa o della nostra
azienda.
Non ci siamo accorti, o non abbiamo voluto vedere, che
non solo l’errore stava minando le mura della nostra
casa, ma talvolta anche le nostre stesse famiglie,
attraverso la distruzione della morale pubblica, lo
sfacelo della scuola, la sfiducia nelle istituzioni e la
conflittualità permanente fra le componenti sociali.
L’errore e la mistificazione, la sopraffazione e la
tirannia possono essere battute solo opponendovi verità,
libertà, progresso e giustizia. Abbiamo noi fatto fino
ad ora tutto il possibile per l’affermazione di questi
principi e la realizzazione di una vita che meriti
veramente di essere da tutti vissuta? Se un giorno
dovessimo anche noi subire la tragedia che stanno
vivendo oggi alcuni popoli, potremo dire di aver fatto
tutto ciò che era in nostro potere per evitarlo? Siamo
certi di avere fino ad oggi fatto l’interesse dei nostri
figli accumulando, immersi nel nostro privato, effimere
aleatorie ricchezze, che molto probabilmente verranno
loro sottratte?
Non pensiamo che sia più saggio dedicare un po’ della
nostra fantasia, delle nostre capacità realizzatrici e,
perché no, anche dei nostri mezzi finanziari, per
lasciare loro un mondo migliore, in cui comprensione e
collaborazione sostituiscano le lotte e le
contrapposizioni sociali?
Facciamo nostri il messaggio di James L. Bomar per
l’anno rotariano 1979-80: “Che l’ideale del servire
illumini la nostra via” e la massima coranica:
“Concepiamo la nostra vita come dovessimo morire domani
ed il mondo come non dovessimo mai morire”. |
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